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Giovedì musicali: Sergej Prokof'ev
di Anne-Marie Turcotte


Secondo appuntamento del ciclo dedicato alla musica pianistica del primo Novecento, giovedì 2 ottobre alle ore 14,30 si è svolto nell'aula magna del liceo Zucchi l'incontro dedicato a Sergej Prokof'ev (1891-1953).
In apertura, un ascolto fuori programma a completamento del primo incontro: La Valse del compositore francese Maurice Ravel, nella versione orchestrale. In chiusura, l'ascolto dal vivo dell'Allegro barbaro per pianoforte del compositore ungherese Bela Bartok.
Inserita in questo ampio contesto geografico, la figura di Prokof'ev si è delineata nel confronto con altre personalità significative dell'epoca; il relatore e pianista Adalberto Riva si è soffermato soprattutto su aspetti stilistici e sugli aspetti biografici, dando un quadro generale dell'attività di uno degli ultimi esempi storici di grandi pianisti-compositori.
Attivo sia come concertista che come autore, l'importanza di Prokof'ev nella storia della musica è infatti da leggersi anche alla luce della sua straordinaria carriera concertistica, che lo vide protagonista di importanti tournées nel doppio ruolo di compositore ed esecutore della propria musica. Della sua attività di interprete ci restano alcune testimonianze discografiche.
In reazione alla scrittura impalpabile di Claude Debussy, fin dalle sue prime composizioni, Prokof'ev opterà per un pianismo più aggressivo, a tratti meccanicistico. Questo meccanicismo, che è un po' l'estremizzazione del virtuosismo lisztiano, diventerà una sua cifra stilistica, e si esprimerà compiutamente nella celebre Toccata op.11, e, in epoca più avanzata nell'ultimo movimento della Settima Sonata.
Discorso opposto va fatto per composizioni come i Sarcasmi op.17, le Visions Fugitives op.22, o Les Contes de la vieille grande-mère op. 31, che rappresentano la risposta trasognata al simbolismo francese e che rivelano la natura intimamente romantica dell'autore, o per le Musiques d'enfants op.65, altissimo contributo alla didattica pianistica e alla pedagogia musicale.
Prokof'ev realizzò anche un certo numero di trascrizioni per pianoforte tratte dai suoi balletti; fra questi citiamo le suites da L'amore delle tre melarance op.33, Romeo e Giulietta op.75 e Cenerentola op.97.
Ma è nella produzione sonatistica che la personalità di Prokof'ev si rivelerà in tutta la sua portata: erede di una tradizione desunta da Haydn e Beethoven, il compositore russo non negherà mai l'importanza delle forme classiche acquisite negli anni di apprendistato.
Tra il 1907 e il 1909 Prokof'ev, allievo al Conservatorio di San Pietroburgo, compose sei sonate per pianoforte, di cui due andate perdute; le altre quattro furono riutilizzate come materiale per altri lavori. E' il caso della Seconda Sonata op.14, eseguita durante la lezione. Composta nel 1912, rivela già i tratti caratteristici dell'autore, sia nel contrasto tra il trattamento percussivo dello strumento e l'invenzione melodica a getto continuo, sia nella scelta della tradizionale ripartizione in quattro tempi.
In questo come in altri lavori successivi, è evidente come l'aspetto meccanicistico, l'insistenza e la ripetitività ritmica, sono gli unici elementi capaci di tenere insieme un'estrema varietà melodica.

Molta attenzione da parte degli studenti del liceo Zucchi, veri protagonisti dell'iniziativa: anche in questa occasione, infatti, durante l'intervallo alcuni hanno dato prova della loro conoscenza pianistica suonando qualcosa.
La loro presenza partecipe sottolinea l'alto potenziale culturale della nostra città, sia a livello di produzione che di fruizione.

Anne-Marie Turcotte

Prossimi incontri:
tutti i giovedì fino al 23 ottobre, il 4 e 18 dicembre, sempre alle 14,15 nell'Aula Magna del liceo classico Zucchi di Monza.
Ingresso libero.
Segnaliamo inoltre il ciclo di incontri sul Romanticismo, in collaborazione con il liceo musicale "Vincenzo Appiani", presso la Sala Maddalena ogni giovedì dal 30 ottobre al 27 novembre alle ore 21.



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  4 ottobre 2003